La struttura di un anfiteatro
Di seguito i principali elementi che compongono la struttura di un anfiteatro romano.
La cavea
La càvea, detta anche kòilon, è l’insieme delle gradinate di un anfiteatro romano (ma anche di un teatro classico). Di fatto è la parte dove prendevano posto gli spettatori per assistere alle rappresentazioni, ai giochi, o ad altri intrattenimenti. Come nei moderni stadi, la cavea veniva divisa in settori. In particolare, era divisa in settori orizzontali (praecinctiones, maeniana) e verticali (cunei). La divisione avveniva anche per ceto sociale degli spettatori. Infatti la cavea era distinta in ”ima”, ”media” e ”summa cavea”, in cui prendevano posto rispettivamente i ceti dei rango senatorio (in prima fila) e di rango equestre, le categorie intermedie, e la plebe in cima.
La cavea poggiava sopra le volte dei vomitoria, accessibili dall’ambulacro che girava tutto intorno all’edificio.

L’arena
L’arena è lo spazio centrale, circolare o ellittico, intorno al quale vengono costruite le gradinate. L’arena consiste nella pratica nello spazio effettivo destinato allo svolgimento di giochi e di spettacoli.
Il nome deriva dalla sabbia (arena) che vi si spargeva per rendere il terreno adatto sia al galoppo dei cavalli (che non erano ferrati) che ai movimenti dei gladiatori. La sabbia serviva anche ad assorbire rapidamente il sangue dei caduti e degli animali uccisi. Durante le pause il piano sabbioso veniva rimesso in sesto tramite appositi rastrelli o anche portando sabbia nuova. In rari casi venivano utilizzati materiali speciali al posto della sabbia per ottenere colori particolari. Ad esempio polvere di minerale bianco, il minio (per ottenere il rosso) o il verde-rame (per ottenere il verde).
Il termine arena viene a volte usato per riferirsi a tutto l’anfiteatro, ma non mai tutto il circo o tutto lo stadio, vedi Arena di Verona.

Il velarium
Il velarium, detto anche velum (e al plurale, detto velaria) è una copertura mobile applicata in teatri e anfiteatri romani. I velarium sono realizzati in tessuto composta da più teli (o veli), solitamente in canapa. Il velarium garantiva agli spettatori un’adeguata protezione in caso di maltempo o nelle giornate di caldo opprimente.

L’applicazione del velarium nei più grandi anfiteatri era un’opera di raffinata ingegneria, spesso svolta da marinai esperti. Nel Colosseo di Roma i lavori di montaggio e smontaggio del velarium venivano svolti da un distaccamento della Classis Misenensis, la flotta militare romana di stanza a capo Miseno. A marinai di Miseno erano garantiti degli accampamenti nei pressi del Colosseo, i castra misenatium. Si stima che il velarium del Colosseo pesava circa 24 tonnellate (100kg per palo), considerando tessuto, anelli, cime e argani. Questa struttura necessitava di essere manovrata da quasi un migliaio di marinai.
Aditus
L’aditus è il termine che indica una qualsiasi apertura a qualche spazio interno o cavità. Erano le vie d’accesso ai vomitoria, e negli anfiteatri maggiori erano numerosi e spaziosi, per permettere agli spettatori di defluire comodamente al termine degli spettacoli, evitando ostruzioni.
L’aditus maximus è l’ingresso più importante o più grande dell’anfiteatro.
Fonte immagini: whitman.edu
Vomitorium
Al plurale vomitoria, il vomitorium è uno degli ingressi laterali dell’anfiteatro. Il vomitorium permette al pubblico di accedere alle graditate, e a defluire rapidamente. L’etimologia del termine deriva dal verbo latino vomere, che in senso figurato voleva dire “espellere, emettere”.
I vomitoria si distinguevano dagli ingressi principali che nell’anfiteatro venivano chiamate “Porta Pompae” e “Porta Libitiniensis“, infatti queste porte si trovavano all’interno del Colosseo.

Pulvinar
Il pulvinar è il posto d’onore dell’anfiteatro, riservato all’imperatore quando assisteva ai giochi. Può essere considerato equivalente alla “tribuna autorità” degli stadi contemporanei. Il pulvinar è posto in uno dei due estremi del diametro minore, spesso riparato da un baldacchino.
Diverso era il posto riservato ai personaggi alle cui spese o sotto la cui presidenza si effettuavano i giochi (editores spectaculorum), posto particolare sopra la porta d’ingresso all’arena, che si apriva in mezzo ai carceres, o un altro (tribunal iudicum) ai giudici incaricati di assegnare il premio al vincitore.
