Sono tanti i progetti che vengono svolti a scuola, e le risorse scolastiche (in primo luogo le ore di studenti e docenti) poche. Con Hi-Storia portiamo avanti un progetto che si impone un rigore scientifico nel suo percorso e nella valutazione delle ricadute positive su discenti e territorio. Puntiamo allo sviluppo di competenze digitali e alla conoscenza del patrimonio culturale locale. Ma, oltre a questi, quali sono i suoi valori aggiunti? Ecco quattro buoni motivi per dare fiducia al progetto di Hi-Storia.
1) Sviluppare un percorso sull’umanesimo digitale
Il progresso tecnologico porta benessere fisico e salute alla comunità mondiale. Lo stesso digitale si è dimostrato fondamentale, durante la crisi del covid-19, per continuare a comunicare e lavorare. Ma l’abuso acritico comporta anche molti rischi per la società, con alcuni fenomeni distorsivi già documentati e chiari. Per non perdere credibilità e continuare a garantire benessere e autentico sviluppo, chi opera nel digitale deve imporsi di mettere al centro i bisogni concreti delle persone.
Hi-Storia fa operare studentesse e studenti in quello che è un vero e proprio percorso di umanesimo digitale. Hi-Storia non è un percorso di robotica o di coding. Durante le attività saranno coltivati saperi storico-artistici e competenze nel racconto del territorio tramite testi e voce. Sarà sviluppato un saper fare nell’ambito dell’accessibilità e dell’inclusione. Si dialogherà con operatori che promuovono il territorio e con persone con disabilità visive. Studentesse e studenti comprenderanno come la tecnologia può aiutare i diritti e lo sviluppo delle persone ed essere usato in modo democratico. Nello spirito dell’innovazione sociale, Hi-Storia utilizza gli strumenti del digitale per finalità sociali. Dobbiamo andare nella direzione di una innovazione sempre più antropocentrica. E per questo va recuperato il connubio di natura rinascimentale tra scienza, tecnica e umanesimo. Un’interrelazione da sviluppare anche nell’ambito educativo, nella cultura scolastica e nello sviluppo delle competenze.
Hi-Storia porta a scuola un approccio alla tecnica digitale attento alle esigenze degli uomini; che si distingue dalle visioni tecnofobiche e apocalittiche, perché confida nella ragione umana, e da quelle tecnoentusiastiche e ingenue, perché riconosce i limiti della tecnologia digitale.
Quando si parla di umanesimo digitale si citano le previsioni sui lavori del futuro, che vedranno sempre più professionisti in grado di combinare competenze scientifiche e competenze umanistiche. Ma il punto focale dell’umanesimo digitale non è solo quello di sviluppare skills utili per il mercato del lavoro: è soprattutto sviluppare cittadini in grado di mettere le persone al centro del progresso tecnologico. E questo può avvenire solo se discipline (e docenti) di ambiti umanistici non si arrendano nel cedere il digitale a chi lavora in ambiti tecnico-scientifico.
2) Sperimentare una applicazione creativa e innovativa dell’apprendimento di servizio (service learning)
Hi-Storia è un esempio di applicazione della metodologia dell’apprendimento di servizio, o service learning. Questo è un approccio pedagogico che permette di realizzare percorsi di apprendimento in contesti di vita reale, finalizzati allo sviluppo di competenze disciplinari, trasversali, professionali e volti alla partecipazione attiva degli studenti. Nell’apprendimento di servizio il territorio è parte dell’ambiente di apprendimento, l’esperienza didattica è strutturata all’interno della comunità e lo sviluppo di competenze è associato all’impegno civico.
3) Promuovere la fabbricazione digitale nelle scuole, contro le diseguaglianze
Come già detto, la scuola affronta numerosi progetti nell’arco dell’anno scolastico. Progetti che impattano sulle ore di studio di studentesse e studenti, e sulle ore di lavoro dei docenti. Si può pensare alla fabbricazione digitale come a un lusso, una risorsa non necessaria all’interno di un percorso didattico.
La fabbricazione digitale è l’incontro tra manualità e digitale, che parte dalla progettazione al PC e finisce con l’emozione della creazione di un manufatto. La stampa 3D porta il mondo digitale nella realtà fisica, permettendo il tocco e la manipolazione di oggetti e aprendo nuove possibilità di apprendimento e attività.
Diversi istituti scolastici usano la tecnologia della fabbricazione digitale per autoprodurre oggetti didattici di vario tipo: strumenti per l’inclusione, potenziamenti della strumentazione presente a scuola, oggetti divulgativi rappresentanti fenomeni di vario tipo (fisici meccanici, ottici, matematici, biologici, chimici).
E, dal punto di vista lavorativo, questa non è una tecnologia da operaio semplice o specializzato, da inserire all’interno di un percorso professionalizzante. Guarda ad esempio il nostro percorso gratuito sulle applicazioni della stampa 3D (disponibile su questa pagina) per capire quali contesti applicativi abbraccia. La fabbricazione digitale è utilizzata in ospedali e centri di ricerca medica per le più svariate finalità, dalla preparazione delle operazioni chirurgiche fino allo sviluppo di biotessuti. Viene usata da musicisti e artisti per sperimentare forme innovative di espressione, strumenti musicali che prevedono interazioni complesse, e molto altro. La fabbricazione digitale sta rivoluzionando il mondo edile o l’industria aerospaziale. E potremmo proseguire.
Una scuola pubblica che riesce a fornire attività di fabbricazione digitale è un istituzione che garantisce alle fasce più deboli lo sviluppo di competenze sempre più importanti per il mondo del lavoro e che hanno un concreto costo, anche economico. Attrezzature (stampanti 3D, macchine CNC), materiali, formazione. Occuparsi della fabbricazione del futuro significa non demandare questo ruolo a organizzazioni private che (lecitamente) andrebbero a rivolgersi a famiglie in grado di pagare questi servizi, aumentando le diseguaglianze.
4) Partecipare a un progetto profondamente collaborativo
Il percorso di Hi-Storia fa ampio uso di pratiche legate all’apprendimento cooperativo, in cui gli studenti si aiutano reciprocamente e sviluppano una corresponsabilità verso i risultati altrui. Ma l’aspetto collaborativo è radicato profondamente in questo progetto, e non riguarda solo i metodi di lavoro con cui sono coinvolti gli studenti. Hi-Storia promuovere la collaborazione tra scuola territorio, con un apprendimento situato ch sviluppa la relazione tra scuola e comunità locale, e in cui la scuola è protagonista, in linea con i principi dell’Apprendimento di Servizio.
Ma profonda è anche la collaborazione, sovraterritoriale e virtuale, garantita da una caratteristica fondamentale del progetto: i software, il codice dei dispositi tattili, e persino l’intero processo didattico, è rilasciato con licenze aperte (open source). Questo attiva una rete di collaborazione nella condivisione dei saperi. Una rete che coinvolge non solo scuole, ma anche fablab e professionisti che in maniera indipendente da Hi-Storia sviluppano progetti di audioguide tattili o applicano in altri contesti questa tecnologia.
Hi-Storia è un modo per portare in classe e a scuola la cultura dell’open-source. Opzionalmente, puoi sperimentare una filiera di software completamente aperti per realizzare attività di didattica digitale, evitando di ricorrere ai software “classroom” delle grandi aziende americane. Il team di Hi-Storia non è contrario all’iniziativa privata, avendo essa stessa tale natura; ma segue la linea dell’Open Knowledge Foundation, che considera l’accesso ai dati nei settori chiave di una Nazione, e quindi anche l’istruzione pubblica, d’importanza strategica per le funzioni di uno Stato e da non demandare a cuor leggero. Siamo sicuri che sia opportuno demandare queste funzioni ad aziende private, e in particolar modo a colossi americani dell’ITC? Questa scelta è in linea con la natura e la missione della scuola pubblica? Questa è una domanda che, portando i temi del codice aperto e sovranità dei dati, vogliamo far porre più frequentemente a tutta la comunità scolastica.
Questa introduzione ai nostri valori aggiunti ti ha incuriosito? Leggi anche la nostra visione per approfondire quali sono i valori che spingono il progetto nella sua interezza.
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